L’epidemia di coronavirus sta cambiando rapidamente abitudini di vita, relazioni sociali e attività economiche.
É illusorio pensare che, passata l’epidemia, l’economia possa tornare come prima.
Che cosa possiamo imparare e che cosa possiamo cambiare di fronte a questa emergenza?
Su cosa occorre puntare, in concreto, per rilanciare l’economia in modo che questa sia più equa e sostenibile?
Crediamo che la grande sfida della pandemia debba imporre il coraggio di mettere in discussione il nostro modello di sviluppo per attivare, sin d’ora, strumenti di rilancio economico basati sull’economia circolare.
L’obiettivo del progetto RE-START è quello di indirizzare la nuova società post-pandemia verso una maggiore responsabilità sociale e ambientale.
L’Italia è prima, tra le cinque principali economie europee, nella classifica per indice di circolarità, valore che viene attribuito secondo il grado di uso efficiente delle risorse nella produzione, nel consumo, nella gestione rifiuti, nel mercato delle materie prime seconde, negli investimenti e nell’occupazione.
È quanto emerge dal “Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia” 2020, realizzato dal CEN-Circular Economy Network e da Enea. Il Rapporto è stato presentato lo scorso 18 marzo in streaming dal presidente CEN Edo Ronchi e dal direttore del Dipartimento sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali Enea Roberto Morabito.